Io credo che il ricordo sia una sorta di anticamera dell’inconscio. Una specie di stanza di compensazione come si vede in certi film, una intercapedine stagna dove ci si prepara al passaggio da un ambiente ad un altro attraverso un rituale di complicate vestizioni, lavaggi, decontaminazioni, pressurizzazioni e depressurizzazioni. Credo che l’inconscio stesso sia una sorta di ricordo fossile, un ricordo che abbiamo dimenticato. Dove, oltre ai tuoi, sono elaborati ricordi altrui nell’assoluta promiscuità un po’ oscena che regna fra i morti, i quali si mischiano fra di loro in tutte le posizioni, ormai privi degli argini dell’io.
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Opera: 2 di Paolo Brunati
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